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L’Irlanda ci appare come una distesa verde, il colore verde è la prima cosa che si percepisce, che ti prende e ti avvolge completamente. Ma l’Irlanda non è solo una estensione di prati da pascolo e coltivati, non è solo l’immagine di pecore o mucche che tranquille trovi ad ogni giro d’occhio lungo l’itinerario turistico.
La città di Belfast, è il capoluogo della provincia dell’Ulster, e capitale dell’Irlanda del Nord, Dal XVII secolo ha assunto dimensioni considerevoli e nei due secoli successivi è diventata un centro commerciale ed industriale di prim’ordine, vi sono sorte numerose industrie specializzate nella produzione di lino, corda, tabacco, e nell’ingegneria pesante e cantieristica navale. Nei cantieri Harland and Wolff di Belfast, uno dei più grandi del mondo, è stato costruito il Titanic di cui conosciamo la triste storia, la massima espressione della tecnologia navale di quei tempi, il più grande e lussuoso transatlantico del mondo.
La nostra visita è stata breve ma intensa. Abbiamo girato per Belfast, una città moderna, ordinata, pulita, lontani i tempi dei Troubles. Si respira un’aria di sviluppo, di crescita con il grandioso Titanic Quarter, un prodigio di architettura, e l’area commerciale di Victoria Square con la grande cupola dalla cui piattaforma si ammira la città con
uno sguardo che la comprende tutta, dove dominano le famose gru gemelle “Samson” e “Goliath” dei cantieri Harland and Wolff
Il municipio di Belfast situato in Donegall Square è aperto ai visitatori gratuitamente e una guida spiega dettagliatamente gli interni, peccato che sia solo in inglese e non riusciamo ad afferrare granché, ma fortunatamente abbiamo la nostra guida personale Annette che ci ha tenuto compagnia per tutta la nostra permanenza (Annette Kkelly “English teacher/overseas coordinator” e mail a.Kelly.belfast@gmail.com).
La City Hall è fantastica; imponente ed elegante, dall’esterno ci appare nella sua solidità neoclassica . Il magnifico edificio è punto di riferimento e simbolo di orgoglio civico per la cittadinanza.
È stato realizzato nell’agosto 1906, in un momento di prosperità senza precedenti, al tempo di grande forza industriale per la città, poi ricostruito dopo la seconda guerra perché Belfast città portuale è stata pesantemente bombardata, proprio come la nostra Livorno.
I visitatori del Municipio entrano dall’impressionante portico in pietra e marmo che introduce nel vestibolo e nella sala d'ingresso principale. Questa entrata è mozzafiato, sono utilizzati quattro tipi di marmo, tre provenienti dall’Italia e uno dalla Grecia.
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Sopra di noi la cupola principale che sorge ad un'altezza di circa 53 metri (173 piedi) terminanti in una lanterna. La Galleria Whispering –galleria dei bisbigli – è simile a quella della Cattedrale di Saint Paul a Londra che circonda l'interno del Duomo, e prende il nome da una stranezza affascinante nella sua costruzione, per cui il sussurro fatto contro al muro, si può ascoltare da qualsiasi punto vicino alla galleria. Guardando in alto sopra l'occhio della cupola principale una cupola in miniatura sorge su un colonnato circolare, quattro archi principali la sostengono. Il centro della rotonda è aperto e una galleria circolare sovrasta il pavimento della Sala d'ingresso e offre una vista ininterrotta dal livello del suolo alla cima della cupola. Un punto di grande attrazione è il murale del famoso artista di Belfast John Luke, commissionato dal Consiglio per la Promozione delle Arti in occasione del Festival of Britain 1951, esso celebra l’attività industriale della città.
Entriamo quindi nella grande sala consiliare. Il Belfast City Council si riunisce qui il primo giorno lavorativo di ogni mese, i suoi 51 membri hanno il privilegio di condurre i lavori che riguardano gli affari della città in un ambiente suggestivo. Il salone è simile alla Camera dei Comuni, Westminster, i posti a sedere sono rivolti verso l'interno con una passerella centrale che porta ad un palco nella parte superiore. Punto centrale di riferimento è lo scranno del sindaco con la seduta in quercia intarsiata affiancato da quelli del vice sindaco e direttore generale.
La Sala Grande è bellissima, è difficile credere che sia stata quasi completamente distrutta da un raid aereo tedesco, la notte del 4 maggio 1941. Ricostruita nel 1952, nel proseguo degli anni è stata riportata al suo originale splendore. Allo scoppio della guerra, nel 1939, sette vetrate erano state rimosse per essere preservate dal conflitto. Una volta che la sala è stata ricostruita, le finestre sono state rimesse al loro posto. Rappresentano ritratti dei monarchi che hanno visitato Belfast prima del 1906, il re Guglielmo III, la regina Vittoria e Edoardo VII. Le finestre rimanenti mostrano gli stemmi delle quattro Province d'Irlanda; Ulster, Munster, Leinster e Connaught. Nel dopoguerra si è provveduto al ripristino della illuminazione della sala con lampadari che sono riproduzioni di quelli originali, a tema nautico, per fortuna il produttore era ancora in vita ed aveva archiviato i disegni.
Scendiamo e ammiriamo le grandi vetrate colorate che raffigurano gli eventi più significativi del passato storico: la Guerra Mondiale, il Centenario del Municipio, la grande carestia, lo sciopero del 1907, lo stemma di Belfast, la concessione della Carta di re Giacomo I, la ridefinizione di Belfast come County Borough nel 1899.
A questo punto ci concediamo una pausa nella splendida sala caffè, dove l’arredamento antico e l’efficienza del servizio sono perfettamente in armonia.
Uscendo l’attenzione è richiamata da una grande targa su cui sono incisi i nomi di colori che sono morti nel disastro del Titanic.
Ci sediamo quindi su una delle panchine che sono intorno all’edificio, dall’ingresso del Municipio una graziosa sposa vestita di bianco esce con lo sposo e un gruppo di persone per scattare le foto. Il cielo si è intanto coperto e una pioggia prima fine poi più fitta comincia scendere. Mi viene da pensare “sposa bagnata sposa fortunata”, in Irlanda non certo un’eccezione con la pioggia così frequente!
La nostra cara Annette promette di portarci in un luogo dove il tempo ha lavorato non per trasformare ma per conservare. Arriviamo in Donegall Square 17 dove c’è la biblioteca Linen Hall Library. È una istituzione veramente unica. Fondata nel 1788, è la più antica biblioteca di Belfast.
È famosa per la sua unica Collezione di Studi Locali e Irlandesi che comprende interi Fondi dei primi libri stampati in Belfast e Ulster fino ai 250.000 titoli della Collezione Politica dell’Irlanda del Nord, un incomparabile archivio del recente conflitto. Ma questa biblioteca vanta anche l’Archivio del Teatro e delle Arti Performative, una collezione esclusiva che riflette il ricco patrimonio culturale irlandese ed inoltre una collezione di genealogia e araldica ed altro materiale prezioso per chi è interessato a rintracciare la storia della propria famiglia. Sono organizzate visite guidate e un particolare servizio di orientamento per i nuovi visitatori e per i bambini con un’area di lettura a loro riservata.
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Il giorno dopo partiamo con la nostra vettura presa a noleggio per una escursione fuori città, la guida a destra non è una novità per noi dopo essere stati a Malta ma è pur sempre un riadattamento delle nostre abitudini. La direzione finale sono le Giants Causeway, un luogo dichiarato patrimonio dell’umanità unico nel suo genere, dove miti e leggende raccontano di imprese eroiche e ardite, fate, spiriti, presenze misteriose.
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Ci fermiamo al Castello Ballygally
Si trova sulla pittoresca costa di Antrim, a soli 26 miglia da Belfast, vecchio di 400 anni è l'unico edificio del 17 ° secolo ancora utilizzato come residenza in Irlanda del Nord oggi. È stato oggetto di importanti lavori di ristrutturazione, e adesso è il migliore hotel sulla famosa Causeway Coastal Route. Nella parte moderna c’è un arredamento contemporaneo combinato al gusto antico e tradizionale che contribuisce a creare un'atmosfera calda e accogliente.
Il castello è stato progettato come un luogo di difesa, per via della situazione di grande instabilità nel paese al tempo in cui è stato costruito, nonché come residenza dei proprietari, e nel corso degli anni e dei secoli è passato attraverso molte peripezie.
Ballygally Castle venne edificato nel 1625 da James Shaw e sua moglie Isabella Bisbane. Sopra la porta d'ingresso principale che porta alla torre, c’è l’iscrizione "1625 Godis Providens is my Inheritans", sormontata da uno scudo con lo stemma delle famiglie Shaw e Brisbane e le lettere JS e I. B. che rappresentano le loro iniziali.
James Shaw, nativo di Greenock, in Scozia, era venuto in Irlanda nel 1606 in cerca di fortuna. Nella zona Ballygally, nel 1613, entrò in possesso di un sub-concessione di terreni, a basso affitto per 24 sterline ogni anno, dal Conte di Antrim. E in questa terra fece costruire il castello.
Esso è servito anche come un luogo di rifugio per i protestanti durante le guerre civili. Durante la ribellione del 1641 il presidio irlandese di stanza a Glenarm provò in molte occasioni a entrarne in possesso ma senza riuscirci. È stato di nuovo usato come una fortezza nel 18 ° secolo. Agli inizi del 1800 la famiglia Shaw perse terre e ricchezze e la tenuta fu venduta alla famiglia Agnew per £ 15,400.
Successivamente venne per molti anni occupato come stazione di guardia costiera, e poi come residenza privata dal reverendo Classon Porter e la sua famiglia che vi risiedette per molti anni. È stato poi acquistato dalla famiglia Moore che poi l’ha venduto al milionario tessile Mr Cyril Signore nei primi anni cinquanta, e quindi ristrutturato come hotel, ma lasciando la parte antica alla sua edificazione originale.
Tutti sanno che è abitato da un fantasma gentile, la signora Isabella, e gli ospiti coraggiosi possono visitare la sua stanza privata nella torre antica! Cosa che anche noi abbiamo fatto. Salendo una strettissima e ripida scala a chiocciola si arriva alla stanzetta di Isabella proprio in cima alla torre, da qui si aprono delle finestrelle lungo il suo perimetro circolare da cui si domina sia la costa con la spiaggia ai cui lati troneggiano due scogliere che si tuffano nel mare, sia, sul dietro, i giardini fioriti attraversati nella zona più profonda da un piccolo fiume sormontato da ponticelli che introducono nella zona boschiva. Alle pareti il ritratto di Isabella e del signor Shaw e uno specchio che sembra tanto quello già visto nelle favole, in un angolo il letto di Isabella. La stanza è molto piccola, e a stento ci entriamo in quattro, un minuscolo spazio si apre però in un lato della stanza con un’altra piccola finestra, alla parete è appesa una scura mantella, chissà forse appartenuta ad Isabella?
Se ogni castello deve avere almeno un fantasma a Ballygally recentemente ne sono stati segnalati addirittura tre. Ma la tradizione popolare ci dice che il fantasma del castello è quello di Lady Isabella Shaw, moglie di Lord James Shaw. Questa la sua storia. Lord Shaw desiderava un figlio maschio, e quando la moglie partorì una bambina la sua reazione fu terribile. Gli strappò la bambina e rinchiuse lei in cima al castello. Isabella si ribellò, ma mentre cercava di fuggire per cercare il suo amato figlio, cadde dalla finestra della torre e morì. Questo quanto viene tramandato anche se si racconta che in realtà Isabella venne gettata dalla finestra dal crudele Signore Shaw o da uno dei suoi scagnozzi per suo conto.
Comunque il fantasma di Isabella è noto per essere uno spirito "amichevole" che cammina per i corridoi del vecchio castello. Nel corso degli anni molti ospiti hanno riferito esperienze strane e hanno sentito una presenza nelle loro camere, ci sono anche storie infinite di rumori inspiegabili nella notte e di una misteriosa nebbia verde che si alza sopra il castello.
Una camera da letto dell’hotel è dedicata a Isabella, la stanza del ghost è proprio quella stessa che abbiamo visitato nella parte più antica, e lì ci dormono solo i coraggiosi.
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Ci rimettiamo in cammino per il nostro viaggio iniziato a Belfast. Abbiamo seguito la strada costiera fino all'area di Larne e siamo infine arrivati all'area delle Causeway, detto il selciato del gigante, un luogo fatato.
Il paesaggio suscita nel visitatore l'idea del meraviglioso, del fantastico, una visione che stupisce e apre le porte della fantasia. La verde Irlanda è diventata una distesa di blocchi esagonali perfettamente sistemati l’uno accanto all’altro.
Siamo davanti a rocce a base quasi perfettamente esagonale, una accanto all'altra come se fossero state sistemate con in mente un progetto preciso. Sembra quasi che un gigante si sia divertito a creare quel paesaggio con enormi “mattoncini” della Lego fatti di roccia. La spiegazione scientifica ci dice invece che circa 60 milioni di anni fa tre grandi getti di lava si posarono lì e raffreddandosi formarono l'altipiano basaltico di North Antrim al termine dell'ultima era glaciale. Ma così forti sono le suggestioni che il paesaggio suscita che a noi sembra più naturale richiamare la leggenda, i racconti della tradizione, come vera fonte cui attingere per avere spiegazioni di tanta meraviglia.
La leggenda ha molte varianti. Si dice che le colonne di basalto siano il risultato dell’opera di un gigante, di FinnMcCool, che costruì il selciato per raggiungere la sua amata che viveva in Scozia. Un’altra versione invece racconta che il gigante scozzese Benandonner stava minacciando l'Irlanda e Finn, furioso, afferrò le rocce della costa dell'Antrim e le lanciò nel mare, riuscendo così a formare un percorso per arrivare dall’altra parte e dare una lezione a Benandonner.
Ma Benandonner si rivelò tremendamente imponente e Finn dovette battere in ritirata, seguito dal gigante nemico. Ritornato su terra irlandese venne salvato dall’astuzia della moglie che lo travestì da bambino. Lo scozzese a quel punto vedendo la mole del bimbo, si convinse che il padre dovesse essere davvero gigantesco, molto più di lui e decise di ritornare presto in Scozia.
Paesaggi mitici, racconti magici. Non stupisce che questo luogo sia stato dichiarato "Sito Patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco; la Giant's Causeway oltre ad essere un paesaggio meraviglioso rappresenta la porta d'accesso al passato più antico della Terra, ed appartiene al mito più che alla storia.
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Sulla strada di ritorno parliamo del più e del meno. Annette ci racconta della sua infanzia irlandese e indicando le distese verdi, gli animali sui prati ci dice che quel che si vede è parte della sua vita di bambina. È nata in una fattoria dove vivevano più famiglie con il nonno capostipite ed ha ancora vivi i ricordi di quel sereno passato. Ci regala alcuni frammenti della sua memoria che ci aiutano ancora di più ad entrare in sintonia con questo bellissimo paese.
Si lavorava duro, il nonno si alzava la mattina presto e alle cinque era già nei campi a contare gli agnelli e a lavorare la terra con il trattore. Tornava solo alle cinque della sera. Stava quindi fuori tutto il giorno e si portava dietro la colazione che era anche il pranzo. Annette ci dice che il nonno metteva sotto il cappello un fagottino con il cibo e si portava dietro un pentolino per prendere l’acqua del fiume, ne ricorda ancora il tintinnio che faceva quando il nonno lo portava legato alla cintura. Le donne avevano il loro daffare. In casa non c’era l’acqua e la mattina la nonna andava a prendere l’acqua alla fonte con un bastone appoggiato sulle spalle dove attaccava i secchi da riempire per le dodici persone della grande famiglia. Poi c’era da curare gli animali da cortile – le galline, i maiali, un cavallo, i paperi che stavano in un piccolo stagno dietro la casa – e lei accompagnava la nonna nel lavoro.
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Una bella esperienza questo breve vacanza irlandese, purtroppo il momento della partenza è presto arrivato e ci dobbiamo salutare ma già abbiamo in mente un nuovo itinerario per la nostra prossima visita.
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